mercoledì 26 maggio 2010

CRIMINI INFORMATICI



Fino ad ora si è sempre discusso di quanto la tecnologia e la multimedialità abbiano contribuito ad un miglioramento della vita quotidiana delle persone e all'innovazione che hanno apportato un pò in tutti i settori di lavoro, dalla didattica nella scuola alla disabilità. Ma è pur vero che ad un polo positivo corrisponde sempre un polo negativo e solo una mia collega ha toccato quel polo negativo pubblicando un articolo sulla dipendenza dalla rete. Così, visto anche il mio debole per i "delinquenti", ho pensato di pubblicare questo post sui reati connessi alla rete.
Per crimine informatico si intende un fenomeno criminale che si caratterizza nell'abuso della tecnologia informatica. Tutti i reati informatici sono accomunati dall'utilizzo della tecnologia informatica per compiere l'abuso e l'utilizzo dell'elaboratore nella realizzazione del fatto (Wikipedia,l'enciclopedia libera).
L'esigenza di punire i crimini informatici emerse già alla fine degli anni '80 quando il Consiglio d'Europa emanò una Racomandazione sulla Criminalità Informatica in cui venivano discusse le condotte informatiche abusive. Le tipologie di reato in Internet sono di svariati tipi: si pensi al messaggio offensivo inviato per posta elettronica, alla diffusione di immagini diffamatorie o pedopornografiche o al download di risorse protette dal diritto d'autore. L'identificazione dell'autore di un reato online è problematica a causa di molteplici fattori: in un sistema come Internet che consente l'anonimato degli utenti, dove i dati si diffondono con rapidità elevata e dove cancellare le tracce è relativamente semplice, identificare il responsabile di un reato, a volte, è un'operazione complessa per la vittima. Nell'ordinamento italiano, i crimini informatici puniti dal codice penale sono:
> la frode informatica
> la falsificazione di documenti informatici
> le aggressioni all'integrità dei dati
> le aggressioni alla riservatezza dei dati e delle comunicazioni informatiche
> la pirateria informatica.
Dal momento però che l'insegnamento di psicologia dell'apprendimento multimediale è inserito nel piano di studi di un corso di laurea dedicato a futiri educatori e formatori, accanto ai suddetti reati vorrei affiancare un altro fenomeno che sebbene meno diffuso, coinvolge sempre più preadolescenti e adolescenti: si tratta del cyberbullismo.
Il termine cyberbulling è stato coniato dall'educatore Bill Belsey, creatore del sito bullying.org, e indica atti di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail,la messaggeria istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i siti web. Oggi il 34% del bullismo è online e anche se si presenta in forma diversa, anche quello su Internet è bullismo: far circolare foto spiacevoli o inviare mail offensive può far molto più male di un'aggressione fisica, se consideriamo l'aspetto psicologico. Rispetto al bullismo tradizionale, il cyberbullismo ha alcune caratteristiche proprie come l'anonimato del molestatore (anche se è illusorio perchè ogni comunicazione elettronica lascia traccia); difficile reperibilità se avviene via sms, messaggeria istantaneao chat o in forum online privati; assenza di limiti spazio-temporali perchè investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizazto dal cyberbullo.
Nell'articolo " Educator's Guid to Cyberbullying", Nancy Willard, propone una categorizzazione del cyberbullismo in svariate tipologie:
Flaming: messaggi online violenti e volgari.
Molestie (harrassment): spedizione ripetuta di insultivia messaggio mirati a ferire qualcuno.
Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare con cattiveria la sua reputazionevia mail o messaggeria istantanea.
Sostituzione di persona (impersonation): farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi.
Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private imbarazaznti su un'altra persona.
Inganno (trickery): ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni via mezzi elettronici.
Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla.
Cyber-persecuzione (cyberstalking): molestie ripetute e minacciose mirate a incutere paura.
In Italia, secondo alcune ricerche sul fenomeno in generale, oltre il 24 % degli adolescenti subisce offese e prepotenze.


Fonte:
http://www.ictlex.net http://www.smontailbullo.it http://www.cybwrbullismo.eu http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/bullismo/index.htm http://www.carabinieri.it/Internet/Cittadino/Consigli/Tematici/Questioni+di+vita/Il+bullismo.

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