giovedì 27 maggio 2010

QUALCHE PENSIERO CONCLUSIVO....




Come già detto all'inizio di questa esperienza, ciò che mi ha spinto a scegliere come insegnamento da inserire nel mio piano di studi questa materia, è stata la curiosità.
Giunta praticamente al termine, mi rendo conto di quanto sia dilagante la mia ignoranza informatica e multimediale!
Senza questo corso non avrei fatto (o sarebbe più giusto dire non avrei imparato a fare) tante cose. Certo è che questo mondo dinamico e in continua evoluzione della multimedialità è come una dimensione in cui si libera la mente (banale forse da dire)......il motore di tutto è la creatività unita alla curiosità...e cos' ci si può inventare un blog (come abbiamo fatto noi nel corso) sullo stampo dell'analogico diario personale oppure un amico di tastiera sull'impronta dell'analogico amico di penna, si può vedere un amico dall'altra parte del mondo tramite webcam risparmiando il biglietto aereo o se si preferisce si può prenotare un biglietto aereo senza andare in agenzia. O ancora si può decidere di fare "il duro", senza però avere il coraggio di mostrare la faccia e mettere in rete un video imbarazzante di una compagna di classe derisa e umiliata.
Giunta al termine, non sono pentita della mia scelta, ammetto che probabilmente avrei potuto dedicarci più tempo. Le difficoltà non sono di certo mancate. E comunque, sincerità per sincerità (e questo lo dico da immigrata digitale) non posso negare che trovo ancora una certa soddisfazione nel leggere un giornale cartaceo, sfogliare un buon libro e consumare inchiostro e carta (va bene anche riciclata!).
Un saluto virtuale a tutti!

mercoledì 26 maggio 2010

LA MAPPA CONCETTUALE

DPpo aver parlato dell'importanza di una mappatura della conoscenza tramite un altro strumento che è appunto la mappa concettuale, dis eguito pubblico la mia mappa sul corso di psicologia dell'apprendimento multimediale o meglio sui contenuti trattati:



Provo ora a dare una spiegazione diq uanto pubblicato dal mio punto di vista: af un primo livello si trova il cyberspazio come una grande scatola che contiene tutto il resto al suo interno, come un unico grande scenario. All'interno di questo cyberspazio, si trovano collegati tra loro il web 2.0, il knowledge building e gli apprendimenti multimediali. Al web 2.0 sono collegati con accezione negativa le dipendenze dalla rete e i reati informatici. In accezione positiva c'è invece il mondo dei social network che mostrano tutta la rete di relazioni e che contengono i social media (che permettono di creare relazioni senza che si veda la rete)in particolare Facebook, Twitter, Yotube e Wikipedia che sono quelli ricordati durante il corso mediante una lezione col Prof. De Notaris.Acacnto a questi come strumento si trovano anche i blog. Come collante di queste relazioni c'è la comuicazione mediata dal computer che ho collegato anche alla didattica multimediale, scaturita a sua volta dagli apprendimenti. dalla didattica, accanto alla tradizionale forma di insegnamento face to face, viene inserita anche la modalità blended.
La didattica diventa multimediale grazie all'innovazione che porta l'inserimento delle tecnologie nell'insegnamento; per l'utilizzo di queste tecnologie sono richieste delle competenze specifiche. A sostegno della didattica come strumento c'è il power point. Tutta questa rivoluzione ha fatto in modo che si generassero delle intelligenze multiple distinguendo tra nativi digitali e immigrati digitali: questa categorizazione ha portato sl fenomeno conosciuto come digital divide. Inoltre, anche se non è tracciato graficamente, penso che trattandosi di comportamenti e cambiamenti legati all'uomo, a tutto questo è collegata la psicologia come disciplina scientifica che si basa su teorie e creatività; creatività che secondo me può esere uno scenario anche per i reati connessi alla rete.

CRIMINI INFORMATICI



Fino ad ora si è sempre discusso di quanto la tecnologia e la multimedialità abbiano contribuito ad un miglioramento della vita quotidiana delle persone e all'innovazione che hanno apportato un pò in tutti i settori di lavoro, dalla didattica nella scuola alla disabilità. Ma è pur vero che ad un polo positivo corrisponde sempre un polo negativo e solo una mia collega ha toccato quel polo negativo pubblicando un articolo sulla dipendenza dalla rete. Così, visto anche il mio debole per i "delinquenti", ho pensato di pubblicare questo post sui reati connessi alla rete.
Per crimine informatico si intende un fenomeno criminale che si caratterizza nell'abuso della tecnologia informatica. Tutti i reati informatici sono accomunati dall'utilizzo della tecnologia informatica per compiere l'abuso e l'utilizzo dell'elaboratore nella realizzazione del fatto (Wikipedia,l'enciclopedia libera).
L'esigenza di punire i crimini informatici emerse già alla fine degli anni '80 quando il Consiglio d'Europa emanò una Racomandazione sulla Criminalità Informatica in cui venivano discusse le condotte informatiche abusive. Le tipologie di reato in Internet sono di svariati tipi: si pensi al messaggio offensivo inviato per posta elettronica, alla diffusione di immagini diffamatorie o pedopornografiche o al download di risorse protette dal diritto d'autore. L'identificazione dell'autore di un reato online è problematica a causa di molteplici fattori: in un sistema come Internet che consente l'anonimato degli utenti, dove i dati si diffondono con rapidità elevata e dove cancellare le tracce è relativamente semplice, identificare il responsabile di un reato, a volte, è un'operazione complessa per la vittima. Nell'ordinamento italiano, i crimini informatici puniti dal codice penale sono:
> la frode informatica
> la falsificazione di documenti informatici
> le aggressioni all'integrità dei dati
> le aggressioni alla riservatezza dei dati e delle comunicazioni informatiche
> la pirateria informatica.
Dal momento però che l'insegnamento di psicologia dell'apprendimento multimediale è inserito nel piano di studi di un corso di laurea dedicato a futiri educatori e formatori, accanto ai suddetti reati vorrei affiancare un altro fenomeno che sebbene meno diffuso, coinvolge sempre più preadolescenti e adolescenti: si tratta del cyberbullismo.
Il termine cyberbulling è stato coniato dall'educatore Bill Belsey, creatore del sito bullying.org, e indica atti di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail,la messaggeria istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i siti web. Oggi il 34% del bullismo è online e anche se si presenta in forma diversa, anche quello su Internet è bullismo: far circolare foto spiacevoli o inviare mail offensive può far molto più male di un'aggressione fisica, se consideriamo l'aspetto psicologico. Rispetto al bullismo tradizionale, il cyberbullismo ha alcune caratteristiche proprie come l'anonimato del molestatore (anche se è illusorio perchè ogni comunicazione elettronica lascia traccia); difficile reperibilità se avviene via sms, messaggeria istantaneao chat o in forum online privati; assenza di limiti spazio-temporali perchè investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizazto dal cyberbullo.
Nell'articolo " Educator's Guid to Cyberbullying", Nancy Willard, propone una categorizzazione del cyberbullismo in svariate tipologie:
Flaming: messaggi online violenti e volgari.
Molestie (harrassment): spedizione ripetuta di insultivia messaggio mirati a ferire qualcuno.
Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare con cattiveria la sua reputazionevia mail o messaggeria istantanea.
Sostituzione di persona (impersonation): farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi.
Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private imbarazaznti su un'altra persona.
Inganno (trickery): ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni via mezzi elettronici.
Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla.
Cyber-persecuzione (cyberstalking): molestie ripetute e minacciose mirate a incutere paura.
In Italia, secondo alcune ricerche sul fenomeno in generale, oltre il 24 % degli adolescenti subisce offese e prepotenze.


Fonte:
http://www.ictlex.net http://www.smontailbullo.it http://www.cybwrbullismo.eu http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/bullismo/index.htm http://www.carabinieri.it/Internet/Cittadino/Consigli/Tematici/Questioni+di+vita/Il+bullismo.

lunedì 3 maggio 2010

SOCIAL MEDIA......IN TUTTI I CAMPI


Recentemente ho assistito ad una lezione del Dott. Dario De Notaris sulla nascita e lo sviluppo dei social media, in particolare Wikipedia, Youtube,Facebook e Twitter e di come questi influenzino, più o meno positivamente la vita quotidiana delle persone spaziando in ogni campo. Con il web 2.0 l'utente entra nella rete e prendendo possesso degli strumenti a sua disposizione esprime se stesso......ma proprio tutto di se stesso verrebbe da dire!
Anche in campo sentimentale il buon vecchio Cupido si direbbe ormai superato.
Sfogliando le pagine di un settimanale,mi sono imbattuta in un articolo in cui si discuteva del "ti lascio" tecnologico. Lasciarsi è sempre doloroso e spesso anche faticoso. Ma, sostengono in molti, ai tempi di Internet è diventato più semplice, veloce e anche meno straziante...in fondo occhio non vede,cuore non duole.La notizia viene dalla Francia, dove il giornale Liberation ha fatto un sondaggio tra 2.000 persone per capire i nuovi modi dell'addio.E, sorpresa, ha scoperta che circa metà degli intervistati era stata lasciata o aveva lasciato via comunicazione tecnologica, che vuol dire e-mail, sms, twitter o facebook. I cuor di leone che hanno scritto un addio in 160 caratteri rientrano principalmente nelle fasce giovanissime della popolazione più qualche frangia di trentenni. Per intenderci, quelli che affollano facebook e che spesso cambiano lo stato del proprio profilo, comunicando al mondo virtuale di essere tornati single prima ancora di aver informato il diretto/a interessato/a.
Anche perchè se due si sono conosciuti in facebbok, innamorati grazie a mail e sms, è giusto che di lascino via twitter.....